Composizione

LA FORMA ANTICA

Nell’antichità non si apponeva la firma, bensì un saluto autografo che conferiva valore legale allo scritto e che, per il destinatario, confermava quello che lo scriba aveva redatto sotto dettatura.
Sull’esterno del papiro o della pergamena, arrotolati e sigillati, si vergava l’indirizzo con nome e indirizzo del destinatario. La formulazione-standard all’interno prevedeva: l’intestazione (praescriptum) con nome del mittente al nominativo (superscriptio), nome del destinatario al dativo (adscriptio) e il saluto (salutatio); ringraziamento o benedizione iniziale: dopo l’augurio di buona salute lo scrivente ringraziava o benediceva gli dèi perché avevano protetto lui stesso o il destinatario.
Nel corpo della lettera i diversi sentimenti o messaggi erano introdotti con formule più o meno convenzionali: «Mi meraviglio che…, Vi dichiaro dunque che…, Certamente voi avete sentito parlare di…»; il saluto finale (ασπασμος, subscriptio) poteva essere anche di una sola parola (ερρωσο [imperativo perfetto passivo da ρωννυμι /rinforzare] «have strength /might»; vale!

Una curiosità: i latini usavano i tempi verbali riferendoli al momento in cui il destinatario avrebbe ricevuto la lettera. Così veniva osservata una particolare forma di legge dell’anteriorità: si usava spesso l’imperfetto o il perfetto al posto del presente, il piucchepperfetto al posto del perfetto (imperfetto italiano) e la perifrastica attiva con eram al posto del futuro. Per quanto riguarda gli avverbi, si usavano eo die (quel giorno) per hodie (oggi), pridie (il giorno prima) per heri, e postridie (il giorno dopo) per cras (domani).

AL SECOLO XX e XXI

Chi scrive una lettera formale dà del lei al destinatario, e usa espressioni come Gentile Signore, Gentile Signora all’inizio e Distinti saluti, Cordiali saluti alla fine. In una informale si usa dare del tu al destinatario, ed altresì si adoprano espressioni semplici, come Caro Mario all’inizio e Cari saluti, A presto, Ciao alla fine della lettera.

ESTETICA della LETTERA

Generalmente l’estetica di una lettera ricalca l’epoca e l’uso a cui è destinata. Le prime lettere cartacee, non essendo dotate di busta, venivano ripiegate su loro stesse per formare l’involucro e poi sigillate con una striscia di carta detta “nizza” o, più tardi, con la ceralacca o l’ostia.

Nel periodo napoleonico vennero studiate carte intestate che, una volta ripiegate, divenivano buste.

TIPI di LETTERA

Alcuni tipi di lettere formali:

Tipi di lettere informali:

  • d’auguri
  • di condoglianze
  • d’invito (diversa dal biglietto d’invito, che spesso si stampa)
  • di ringraziamento
  • di felicitazioni
  • d’amore
  • talora dette d’amicizia, quelle in cui si parla di fatti personali senza un’occasione specifica.

Fra i cosiddetti prodotti delle poste si trovano le lettere assicurate e raccomandate; per queste ultime si può chiedere un avviso di ricevimento. La lettera può essere spedita anche per posta ordinaria, prioritaria o aerea.